Stili Disco e House come danze nell’ultimo mezzo secolo
Negli ultimi 50 anni sia per quanto riguarda il settore del ballo che della musica, vi è stato indubbiamente un incremento notevole verso nuove forme di popolarizzazione, rispetto a quelle del passato.
Se da un lato vediamo una forma danzaria che si smuove dalle consuetudini accademiche, viene affiancata da nuovi (e vecchi ma sconosciuti) balli etnici, dall’altro abbiamo un processo similare dal punto di vista musicale…
In molti casi, tutto parte proprio dalla musica, fino a formare come ad esempio nei tempi più recenti, le forme libere del ballo da discoteca.
Quest’ultimo da considerarsi probabilmente come una delle danze più alla mano, libere e democratiche presenti oggi sulla faccia della Terra.
Lo stile infatti è talmente popolare e fuori dagli schemi che occorre proprio alla gente comune, per entrare a far parte per almeno qualche ora nella dimensione della danza, senza però cercare in questo un assoluto impegno nel dover ad ogni costo dimostrare tecniche, movimenti o studi accademici particolari legati al ballo.
Il corpo nella disco esce completamente da ogni schema dei passi, librandosi in un totale movimento istintivo e naturale, mantenendo sempre una stretta correlazione con le melodie e i ritmi che possono in questo settore essere totalmente differenti: dal morbido, al frenetico, all’ossessivo, generando in questo modo un tipo di reazione motoria del tutto personale ed emozionalmente soggettiva al 100%.
Ognuno infatti sente questo genere di musica da ballo in un modo completamente personale, provando emozioni differenti da un’altra persona che sta pur sempre ascoltando la stessa cosa.
E’ semplice giungere alla conclusione per la quale ogni essere umano, quando si ritrova in situazioni di ballo libero e festoso (come in una discoteca o ad un concerto live), possa affermare la propria personalità ed individualità attraverso la mimica corporea e lo stile dei suoi movimenti.
Isolando le fasi più conosciute e di “generazione” della disco music, troviamo quella degli anni 60’ (ricordiamo inoltre perle cinematografiche del contesto dance anni 70’ come “La febbre del Sabato sera”) e infine, la musica “house” degli anni 80’.
La disco music (o discoteque) nasce proprio col pretesto di riuscire a trasportare altrove la forma basica di popolarizzazione del ballo, iniziato già nel lontano Ottocento attraverso il ballo di società.
La disco nasce come una sorta di sottogenere funky made in U.s.a. e come musica di intrattenimento delle minoranze afro-americane; queste ultime utilizzano ritmi leggeri e suoni sintetici per riuscire a diffondere l’aspetto di una generazione nuova ed al passo coi tempi e con le mode, una generazione intraprendente anche sotto l’aspetto artistico.
Dall’altra parte del Mondo, in Inghilterra, nelle discoteche si sviluppa il nuovo stile della “house dance”, inizialmente associata ai rave party illegali ed alle droghe sintetiche, ha nel tempo arricchito i ritmi, inspessendoli con effetti molto frequenti, percussioni sintetiche, melodie meno marcate appoggiate su basi armoniche molto forti e presenti (come lo strumento del basso davvero molto sfruttato, da qui lo stile “drum‘n’bass”).