Essere insegnanti di danza ai tempi del Covid-19
21 Febbraio 2020 Allarme coronavirus in Lombardia per Covid 19…
Sale la preoccupazione…
22 Febbraio 2020 trovati altri casi di contagio sempre in Lombardia e qualcosa anche in Veneto, si parla della possibile chiusura delle scuole e comincio a pensare che forse, anche per il nostro settore potrebbero essere prese le stesse precauzioni…
A proposito io dirigo una a.s.d. che si occupa di danza e un po’ di fitness.
23 Febbraio 2020, arriva la conferma…
Anche l’Arte e lo Sport si bloccano!!!
Immediatamente invio un messaggio a tutti i gruppi Whatsapp dei nostri corsi per informare i nostri tesserati ed associati che purtroppo per tutta la settimana successiva, fino a nuovo ordine, la Regione Lombardia ha sospeso in via precauzionale, tutte le attività sportive su territorio.
Raccolte le prime risposte comincio a capire che l’umore non è dei migliori, che le persone (come me) non si rendono bene conto della situazione.
Sono un misto tra paura, incredulità e anche superficialità.
Ovviamente si è tutti incollati a internet ed alla tv, per cercare di capirne qualcosa di più e come sempre arrivano le prime critiche verso qualsiasi cosa sia stato deciso; chi sostiene che il tutto sia troppo esagerato e chi invece che avrebbero dovuto prendere queste precauzioni già prima.
Proviamo a sorvolare per non rischiare di essere inghiottiti da questo clima…
Passa un giorno, ne passano due…
E mi domando: ma è necessario per forza stare senza Danza?
Ci hanno detto che non possiamo riunirci, ma non che non possiamo continuare a coltivare in qualche modo le nostre passioni.
E soprattutto:
C’è bisogno di uscire da questa polemica e tirare su gli animi…
Far capire alle persone che possiamo rispettare le regole senza dover rinunciare necessariamente alle nostre passioni e che queste situazioni di restrizioni, che sicuramente creeranno delle problematiche all’economia personale e del nostro Paese, possono essere anche una grandissima opportunità per riflettere su molte cose.
Dando meno per scontato quello che abbiamo in qualsiasi momento a disposizione e concentrarsi su noi stessi…
Prendere del tempo per noi, essere vicino agli altri anche nella lontananza, perché tutti stiamo vivendo la stessa cosa e dobbiamo essere solidali l’uno con l’altro.
Non bisogna spegnersi bloccarsi ed essere positivi.
Ho pensato allora di allenarmi facendo dei video mentre eseguo gli esercizi e spiegando come se fossi a lezione…
Parlando proprio con loro, con lo stesso atteggiamento e il modo di scherzare che normalmente utilizzo.
Non scenderò nei dettagli in questo articolo, perché vorrei farne altri più specifici, ma vorrei soffermarmi su due fattori importanti:
Il primo fattore, a mio parere è importantissimo, per chi fa un lavoro come il mio, a contatto con il pubblico e che stringe rapporti umani, è far sentire la propria presenza in queste situazioni.
Volente o nolente, siamo un punto di riferimento per molti dei nostri allievi, ed è giusto che cerchiamo di far sentire la nostra presenza e trasmettere positività.
Il secondo fattore, invece, è legato più che altro alle conseguenze a cui questa chiusura forzata porterà.
Preciso che sono completamente d’accordo con le autorità che hanno preso questa decisione, però ovviamente voglio parlare di ciò che ne comporterà, senza alcun tipo di polemica, ma solo come testimonianza.
Il fatto che siamo una a.s.d. (associazione sportiva dilettantistica non a scopo di lucro) ci permette di avere delle agevolazioni fiscali proprio per il fatto che diversamente, nessuno potrebbe sognarsi di promuovere l’arte e lo sport, perché le spese sarebbero talmente alte che gli utenti dovrebbero pagare moltissimo i loro abbonamenti e dunque diventerebbe solo per pochi, anzi pochissimi.
Per questo motivo esistono dei contratti speciali che possono essere fatti ai collaboratori sportivi, dove fino ad una certa cifra percepita, si è esclusi dal pagamento di tasse.
Superando questa cifra, invece, c’è una detrazione che riguarda solo una tassazione, ma nulla di previdenziale.
Un insegnante di danza, un istruttore sportivo, ricevono un compenso a fronte di una prestazione, quindi se si ammalano, se hanno un impedimento e non possono tenere la lezione, non vengono retribuiti, perché l’a.s.d. dovrà comunque garantire agli associati la lezione e dovrà quindi sostituire e retribuire un altro insegnante per la sua prestazione.
Immaginate una chiusura forzata e una sospensione di tutte le attività di una a.s.d. e delle lezioni degli insegnanti, cosa può significare per chi vive di questo:
Zero entrate!
Una settimana di non lavoro significa un quarto dello stipendio in meno…immaginate due settimane, come nel nostro caso, sono metà stipendio.
Infatti ieri abbiamo appreso che hanno esteso a due settimane il divieto di aprire al pubblico palestre e scuole di danza.
Ovviamente oltre ad essere preoccupati per la situazione sanitaria, noi artisti ed altre categorie che sono state colpite da questi provvedimenti, siamo molto preoccupati per quella che è la nostra situazione personale e su come faremo ad arrivare anche solo alla metà del mese.
Attendiamo fiduciosi che la prossima settimana, sia possibile per noi tornare a lavoro!
Speriamo tutto si risolva per il meglio.